Pit Bike Motard: le differenze con le Pit Bike Cross

Tra le innovazioni tecnologiche degli ultimi 20 anni, è passata inosservata al grande pubblico l’avvento delle pit bike, quelle moto dalle dimensioni più piccole che oggi sono estremamente in voga tra gli appassionati.

Corretto parlare di tecnologia, in quanto, come ci spiega Mobster, rivenditore unico in Italia di pit bike YCF, le pit bike motard non nascono come derivazione di altre moto, bensì hanno un’origine propria.

Di comune con le celebri moto da corsa possiedono solamente il luogo di nascita e primo utilizzo, ma adesso te lo spieghiamo nel dettaglio.

La Storia delle Pit Bike Motard

Le pit bike nascono vicino alla pista dove correvano le moto più grandi, proprio all’interno del paddock, dove venivano impiegate come mezzi di spostamento per gli addetti lì presenti. Effettivamente, basta pensarci, i paddock erano estremamente affollati, per cui per spostarsi rapidamente era necessario un mezzo che fosse sì veloce, ma anche non pericoloso.

Dalla Cina, dove si dice vennero introdotti, presto spopolarono negli Stati Uniti e tra corse divertenti all’interno dei box e le prime inquadrature, la Honda decise di trasformare le pit bike in un prodotto commerciale.

Siamo nei primi anni duemila, quando le pit bike motard sono lanciate sul mercato. Niente boom, serviranno anni e altri concorrenti sul mercato – come Kawasaki –, per arrivare a diventare fenomeno diffuso in tutto il mondo e l’Italia non è da meno.

Basti pensare che, come riporta un’indagine del 2020 di Subito.it sulle parole più cercati riguardo i motori, “pit bike” sia addirittura in quinta posizione.

Insieme alle pit bike motard, si diffondono egualmente le pit bike cross. Dopo questo cenno introduttivo, possiamo approfondire l’aspetto tecnologico.

Le caratteristiche delle pit bike motard e cross

Prima di entrare nel merito delle differenze, comprendiamo anche il perché della diffusione esponenziale e come le pit bike si distinguono dalle moto da strada, alle quali siamo abituati quotidianamente.

Già, perché le differenze ci sono e sono importanti da conoscere per un acquisto consapevole.

La prima grande diversità è nelle dimensioni. Le pit bike sono più piccole delle moto tipiche, sia da corsa che non. La seconda, più importante, è che non possono circolare liberamente su strade pubbliche, bensì solo in circuiti privati – ormai diffusissimi in Italia –.

Da ciò ne consegue che, non correndo su strade comuni, non siano necessari patente, assicurazione e bollo. Chiunque può avvicinarsi a questa splendida disciplina, con questo gioiellino tecnologico su due ruote.

Peculiarità delle pit bike, infatti, è anche l’incredibile affidabilità. Gli incidenti segnalati sono veramente ridotti e quasi nella totalità in lieve entità. Non sorprende, perciò, che le pit bike siano anche consigliate per i più piccoli, con gli appositi modelli pensati per loro.

Esistono, infatti, numerosi modelli che variano in funzione della cilindrata. Per un entry level (adulto), generalmente, è consigliabile la pit bike 125.

Pit Bike Motard e Pit Bike Cross: le differenze

Arrivati a questo punto dell’articolo e comprese le principali caratteristiche delle pit bike, possiamo ora soffermarci sulle differenze, spesso e volentieri labili o confuse.

Innanzitutto pit bike motard e pit bike cross, fanno parte della stessa famiglia. Non vale lo stesso discorso per le dirt bike che, al contrario delle prime, hanno il motore verticale e non orizzontale. Per quest’ultima tipologia entriamo nelle minimoto da cross e in una categoria ad esse assimilabili.

Le pit bike, ribadiamo, sono una vera e propria categoria a parte.

E all’interno di questa categoria distinguiamo le pit bike motard dalle pit bike cross in funzione delle piste sulle quali si predilige correre. Nello specifico, rispettivamente, le motard sono migliori per piste asfaltate mentre le cross per le piste sterrate. La scelta, quindi, è prettamente soggettiva e non inficia sugli altri aspetti della moto.

E tu? Hai preferenze? Quale pit bike preferisci?

Di celeste