Parlare in corsivo tutto ciò che c'è da sapere sul nuovo modo di comunicare!

C’è una nuova tendenza su social: il parlato in corsivo. Cosa significa? Chi ha inventato il parlare in corsivo? Quando è nato questo fenomeno? Tutto questo e molto altro nella guida di oggi!

Parlare in corsivo: cos’è, le origini, cantare in corsivo

Questo nuovo modo di esprimersi ha fatto furore sul web e tra i giovani. Una tendenza che sembra una novità dato il suo rilievo, ma che in realtà nacque negli negli Stati Uniti nel lontano 2009.
La grande rimessa in vigore da parte della giovane tiktoker meneghina, Elisa Esposito, non è neanche la più recente degli utilizzi. Difatti, ancora prima di essere “parlato” il corsivo è stato cantato. Ti basta pensare a Blanco, Madame e Sangiovanni, celebri e giovani cantautori nonché talenti della musica italiana, che hanno utilizzato questa particolare intonazione nei loro brani.
Sui social chi parla in corsivo, tende a sottolineare in modo goliardico un determinato modus operandi delle giovani meneghine. Un esempio lampante potrebbe essere la famosa blogger, designer, imprenditrice e modella Chiara Ferragni.
Tale fenomeno potrebbe essere visto come la millesima moda sui social, una sfida lanciata a suon di vocali strascicate, ma andando un po’ più a fondo è possibile trarre le origini del corsivo nella lingua latina a partire dagli inizi del I millennio a.C

Parlare in corsivo: cosa significa? Ti sveliamo tutto sulla new trend tra i giovani della “iGeneration”

Parlare in corsivo è un modo cameratesco di esprimersi. Consiste nel prolungare le vocali e articolare le parole un po’ come una lagna, come spiega la tiktoker, nonché “Prof del Corsivo”, Elisa Esposito. Si usa sui social, ma anche per divertirsi con gli amici. Un po’ come l’alfabeto farfallino che molti baby boomer parlavano da ragazzi con la sola differenza che la generazione di oggi ha una finestra sul mondo chiamata social network, che ha diffuso in modo rapido e capillare questo modo di esprimersi.
Ci sono delle regole anche per scrivere in corsivo: per sostituire le vocali, si usano dei caratteri speciali (corsivo diventa “cörsivœ”, parole diventa “parœlë”, televisione diventa “tëlevisiœnë”, e via dicendo).

Come si parla in corsivo?

Come imparare a parlare in corsivo? Il trucco è semplice: non devi fare altro che “trasmodare” i tratti tipici dell’accento milanese marcato.
Per esempio prolungando i suoni finali, chiudere tutte le “o” e le “e” e avere un intonazione lamentosa.
La new trend del parlare in corsivo su YouTube e TikTok, tutta made in Italy, è difatti una sorta di canzonatura dell’accento ambrosiano, imbottito da modi aristocratici e distinti tendenti al ridicolo.
Un esempio? Il termine rappresentativo di questa tendenza è amïo, forma “corsiva” di amo (nomignolo di amore), utilizzato spesso e volentieri come epiteto tra ragazze e/o innamorati della Generazione Z.

Le origini del parlato corsivo

Chi ha inventato il parlare in corsivo? Le origini di questa singolare tendenza sono perlomeno due ed entrambe sgorgano da due mondi distanti anni luce.
Il primo cenno sul web di parlato in corsivo risale a un tweet di @TrackDroppa (datato 2009), nel quale scriveva: “Voce così liscia che sembra di cantare in corsivo”.
Tornando nella nostra bella penisola, possiamo considerare il parlare in corsivo come a un modo di esprimersi tipicamente nordico, specificamente di Milano.
Nel gergo meneghino il prolungamento delle ultime sillabe, quasi strascicate e un po’ nasalizzate è abbastanza comune.

L’evoluzione linguistica del parlato corsivo

Il fenomeno linguistico del parlato corsivo ha il merito di aver fatto interrogare i glottologi sulla sua genesi. É stato molto interessante, scoprire infatti che il parlato in corsivo è un diretto successore della scrittura corsiva. Tale discendenza va considerata come una mutazione o passaggio dallo scritto al parlato di una calligrafia, ossia il corsivo. In questa forma di scrittura, le lettere pendono verso destra e nel distendersi indicano la velocità della calligrafia stessa.
Questo “sporgersi” non manca di certo nel parlato corsivo in voga sui social, dove facendo cadere l’accento acuto e prolungando il suono delle vocali, si finisce per parlare con una cadenza molto simile al milanese.

Di celeste