Chiunque abbia un’attività oggi ha chiaro un concetto: senza sito web, difficilmente si resta competitivi. Quindi è normale iniziare a cercare online un’agenzia o un freelance a cui affidarsi, salvo poi rendersi conto che di possibilità ce ne sono davvero tantissime.
Se si è già data un’occhiata in giro, sicuramente ci si starà chiedendo perché i preventivi sono così diversi tra loro… oppure cosa giustifica un prezzo davvero basso rispetto a uno molto più alto.
La verità è che dietro la realizzazione di siti web per aziende si nascondono molte variabili, sia tecniche e strategiche, e queste hanno effetto direttamente sui costi. Non parliamo solamente di design o contenuti, ma di ciò che, di fatto, porterà una svolta positiva agli affari: tool, tecnologie, strategie e così via.
Cos’è e cosa non è un sito web
Un sito aziendale non è una vetrina digitale o un biglietto da visita. Sono definizioni superate, che non calzano più con le reali potenzialità che offre. Piuttosto è da considerarsi una leva aziendale, un asset, una risorsa.
Oltre a raccontare l’identità del brand, il sito serve ad agevolare il contatto con potenziali clienti, a supportare le attività di marketing e, per finire, ad integrare strumenti complessi come CRM, sistemi di prenotazione o e-commerce.
Quindi oggi, anche per i progetti più semplici, entrano in gioco elementi come l’hosting (cioè dove il sito è fisicamente ospitato), la scelta del CMS (WordPress, Joomla, soluzioni headless, ecc.), la responsività per dispositivi mobili, la velocità di caricamento, la SEO tecnica e l’usabilità.
Ecco perché i preventivi possono oscillare da zero euro (con strumenti no-code o site builder gratuiti) a decine di migliaia di euro, quando si entra nel territorio dei progetti custom sviluppati su misura per aziende strutturate. I costi non dipendono solo dalla grafica, ma anche dalla strategia, dalla sicurezza, dalle funzionalità richieste e dal team coinvolto.
Da gratis a migliaia di euro: qual è il preventivo giusto?
Tra le soluzioni più economiche ci sono ovviamente i builder gratuiti. Sono legali, sono semplici da utilizzare e hanno un taglio amatoriale. I costi pari a zero coincidono con l’impossibilità di personalizzarli, quindi di tenere sotto controllo le performance e la redditività. Sono utili per test, piccoli progetti o per chi è agli inizi, ma difficilmente sono adatti a realtà aziendali strutturate.
Un gradino sopra ci sono i pacchetti preconfezionati: layout già pronti, personalizzazioni minime e tempi rapidi. I costi, per progetti di questo tipo, si aggirano tra i 500 e i 1.500 euro. La nota negativa è che si ottiene un sito esteticamente gradevole ma non realmente funzionale, né pensato per gli obiettivi dell’impresa.
Salendo ancora di livello ci sono le agenzie più strutturate, con esperienza verticale nel B2B, nell’eCommerce e nelle strategie per PMI. A questo livello si comincia a parlare di analisi, progettazione personalizzata, sviluppo backend e frontend, UX avanzata, SEO tecnica integrata e formazione per la gestione autonoma del sito. Il prezzo? Difficile dirlo, ma si parte dai 4.000-5.000 euro a salire.
Ovviamente un prodotto del genere è un investimento destinato a migliorare gli affari, la reputazione e la presenza online.
Come orientarsi tra obbiettivi e ritorni
A rendere lo scenario complesso, oltre che rilevante, ci sono i numeri dell’eCommerce italiano, che nel 2024 ha raggiunto un valore complessivo di 58,8 miliardi di euro, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente.
L’incidenza del commercio digitale sul totale del retail ha raggiunto il 13%, confermando la centralità del canale online anche per le imprese tradizionali. I settori più dinamici sono arredamento, farmaceutica e food, ma crescono anche turismo, trasporti e assicurazioni.
Questo significa che i livelli di concorrenza sono molto alti, così come anche i criteri minimi di presenza online per ambire a qualsivoglia ritorno. Ci vogliono tecnologie recenti, configurazioni a norma di legge e tutto ciò che, al netto di un investimento anche cospicuo, permetta al business di crescere e migliorare.
Quindi non basta chiedere “quanto costa”
Bisogna partire dalle proprie esigenze: a cosa serve? Chi lo userà? Quali obiettivi deve raggiungere nei prossimi mesi? La risposta a queste domande guida la scelta dello stack tecnologico, ovvero l’insieme di strumenti e linguaggi che comporranno il sito.
E poi ci sono da considerare manutenzione, aggiornamenti e sicurezza, i quali incidono sui costi nel medio-lungo termine.
Ecco perché può essere fuorviante lasciarsi sedurre dal prezzo più basso: meglio valutare se la proposta include supporto post-lancio, hosting di qualità, backup, e soprattutto un piano di crescita nel tempo.