Bruciore intimo

Il bruciore intimo è una sintomatologia particolarmente fastidiosa perché riguarda zone molto sensibili: la vagina e la vulva (le grandi labbra, il clitoride e l’apertura vaginale). Il più delle volte il bruciore intimo deriva dalle vaginiti e in questo articolo vedremo quanto sia correlato il valore del pH vaginale e le principali cause del bruciore intimo.

Le cause della vaginite fanno riferimento allo studio pubblicato dal dott. Yen-Pin Lin.

La funzione autopulente della vagina

La vagina ha normalmente una flora batterica ricca di tanti batteri “buoni” che mantengono l’ambiente fisico e chimico interno in equilibrio. La presenza di una flora batterica normale si ha quando il il pH vaginale varia da 3,8 a 4,5 per le donne in età fertile, cioè quando è moderatamente acido.

La vagina normalmente è coperta da un sottile strato di liquido trasparente e le perdite vaginali hanno la funzione di pulire la vagina. Questo processo di pulizia è ottimale quando è legato ad un corretto valore del pH vaginale.

Molti fattori possono portare a cambiamenti o squilibri nel valore del pH vaginale, tra cui infezioni vaginali, invecchiamento, attività sessuale e anche tutti quei comportamenti sbagliati: le lavande vaginali aggressive, biancheria stretta, indossare indumenti umidi per molte ore e lavaggi frequenti.

L’alterazione del pH vaginale comporta una riduzione, in termini numerici, del microbiota vaginale, il Lactobacilli che è il batterio buono in grado di contrastare la proliferazione dei batteri portatori di infezioni. Infatti i lactobacilli riescono a creare un ambiente acido che è in grado di difendere la donna dagli agenti patogeni trasmessi sessualmente e dalle altre infezioni.

L’importanza del microbiota vaginale è stata dimostrata nello studio scientifico della dott.ssa. Namarta Kalia.

Quando i lattobacilli vaginali si riducono generalmente si sviluppano delle vaginiti. Tuttavia questa non è l’unica causa delle vaginiti; sul sito ildottorerisponde.it puoi approfondire quali sono le cause più frequenti della vaginite.

Le vaginiti sono divise in diversi tipi tra cui la vaginosi batterica (BV), la candidosi vaginale, la tricomoniasi e la vaginite aerobica. Il sintomo principale della vaginite è il prurito intimo

L’importanza di un valore giusto del pH vaginale

Il livello di pH associato alla vagina è chiamato “valore di pH vaginale” e gioca un ruolo fondamentale nel determinare la salute della vagina. Lo stato acido e/o alcalino è determinato dalla scala dell’attività degli ioni di idrogeno e misurati con il valore del pH.

Il pH naturalmente neutro è pari a 7, ma il normale pH vaginale varia tra 3,8 e 4,5 che è moderatamente acido. Il valore può essere leggermente superiore a 4,5 tra le donne in postmenopausa.

Un valore di pH più basso (più acido) nella vagina rispetto al sangue o ai fluidi interstiziali può proteggere la mucosa vaginale dagli organismi patogeni.

Il pH vaginale può essere influenzato dalle condizioni generali di salute, tra cui l’età, lo stato di idratazione vaginale, la dieta quotidiana e anche i rapporti sessuali.

Il mantenimento di un pH vaginale sano è caratterizzato dal metabolismo del Lactobacillus acidophilus, da altra flora endogena, dagli estrogeni, dal glicogeno e dai patogeni esistenti. I microrganismi vaginali sono i principali stabilizzatori dell’ecosistema vaginale fornendo un effetto protettivo. Creano una barriera che impedisce al microbioma malsano di moltiplicarsi troppo rapidamente e di causare infezioni.

Le cause del bruciore intimo e delle vaginiti

Queste cause sono riconducibili a fattori che provocano squilibri nel pH vaginale.

Nella vita quotidiana di una donna, ci sono molti fattori che possono causare uno squilibrio del normale valore del pH vaginale, come il sesso non protetto, l’assunzione di antibiotici, le lavande vaginali e le variazioni del ciclo mestruale. In particolare:

  • I rapporti sessuali non protetti possono portare ad uno squilibrio del pH vaginale. Infatti lo sperma è relativamente alcalino, con un valore di pH di circa 8.0. e nel momento in cui viene a contatto con le pareti vaginali può alterarne il relativo pH. Lo sperma può innescare la crescita di batteri che alternano la flora vaginale, abbassando le sue naturali protezioni e così rendendola più esposta alle infezioni.
  • Gli antibiotici possono inibire la crescita batterica o uccidere i batteri naturali che contrastano le infezioni batteriche. Nella routine clinica, gli antibiotici sono frequentemente usati per trattare la vaginite. Tuttavia è dimostrato che gli antibiotici uccidono sia i batteri nocivi che i batteri buoni in grado di mantenere il valore di pH vaginale sano e più acido. L’evidenza scientifica ha dimostrato che solo i pazienti con sintomi gravi devono essere trattati con antibiotici. Gli antibiotici possono alterare rapidamente il microbioma vaginale in poche ore.
  • Le lavande aggressive o troppo frequenti. In circostanze normali, la vagina ha una funzione autopulente. Non richiede alcuna procedura o soluzione speciale oltre al normale bagno con acqua pulita. Un’eccessiva pulizia o lavande vaginali frequenti non solo posso sciacquare via la secrezione vaginale, ma può anche provocare uno squilibrio della flora batterica vaginale, alterando il suo pH. Il nuovo ecosistema creatosi può causare effetti avversi, tra cui la vaginosi batterica, la malattia infiammatoria pelvica (PID) e complicanze in caso di gravidanza. Quindi, i rischi delle lavande vaginali sono molto maggiori dei benefici.
  • I cicli mestruali delle donne sono strettamente controllati da fattori endocrini, autocrini e paracrini che modulano il rimodellamento endometriale e regolano lo sviluppo follicolare, l’ovulazione e la luteinizzazione dell’ovaio. Durante le mestruazioni, una grande quantità di sangue mestruale fluisce attraverso la vagina per essere assorbita da un tampone / assorbente rimanendo per diverso tempo a contatto con la vulva. Il sangue mestruale è leggermente alcalino e può causare un aumento del pH vaginale. I disturbi del ciclo mestruale causati dallo squilibrio ormonale, oltre al sangue mestruale, produco alterazioni della mucosa vaginale, che, a sua volta, influenza il microambiente microbico. Da questo una aumentata possibilità di sviluppare vaginiti.

Le vaginiti più comuni

Il bruciore intimo, come abbiamo detto è il sintomo principale delle vaginiti. Occorre distinguere tra i diversi tipi di vaginite.

Tra tutti i casi di vaginite, una percentuale tra il 40% e il 50% è riconducibile alla vaginosi batterica, tra il 20% e il 25% alla candidosi vulvovaginale, e tra il 15% e il 20% alla tricomoniasi.

Le cause non trasmissibili, tra cui l’irritazione, l’allergia e la vaginite atrofica e infiammatoria, sono rare e rappresentano tra il 5% e il 10% di tutti i casi di vaginite.

La vaginosi batterica è attualmente la causa più comune di vaginite. Può essere considerata una sorta di malnutrizione che provoca la riproduzione di batteri anaerobi e la scomparsa dei Lactobacillus protettivi, portando ad uno squilibrio della flora vaginale. Questa infezione è causata dalla proliferazione di diversi organismi, tra cui Gardnerella vaginalis, la specie Mobiluncus, Mycoplasma hominis e la specie Peptostreptococcus.

La candidosi vulvovaginale è il secondo tipo più comune di infezione vaginale. Quando questi microrganismi si diffondono dalla vagina anche alla vulva, si parla di vulvovaginite. Si stima che il 50% di tutte le donne abbia sofferto almeno una volta nella propria vita di candidosi vaginale e che la candidosi vulvovaginale rappresenta più del 25% di tutte le vaginiti infettive.

Anche se ci sono molti tipi di Candida, l’agente infettivo nell’80-90% delle pazienti è Candida albicans. I sintomi della vaginite da Candida includono comunemente prurito, dolore vaginale, dispareunia e aumento delle perdite vaginali. Le donne infettate da questo microrganismo hanno in genere un normale valore di pH vaginale. La vaginite da Candida viene solitamente trattata con la somministrazione vaginale di farmaci antimicotici imidazolici o triazolici o con il fluconazolo orale.

La tricomoniasi, la terza causa più comune di vaginite, si verifica a causa della presenza del protozoo Trichomonas vaginalis, una creatura attiva con quattro flagelli. La tricomoniasi è l’infezione a trasmissione sessuale più comune, soprattutto tra coloro che hanno più partner sessuali. Questa infezione può essere riscontrata tra il 30% e l’80% dei partner sessuali maschili di donne infette. Le pazienti con tricomoniasi hanno di solito sintomi aspecifici, tra cui un aumento delle perdite vaginali, irritazione e prurito. Inoltre, la diagnosi è difficile, poiché il 20-50% delle donne con trichomonas sono asintomatiche. La diagnosi al microscopio è più affidabile, e altri indicatori diagnostici includono un test olfattivo positivo e un pH vaginale superiore a 5,4.

Oltre al prurito intimo gli altri sintomi delle vaginiti sono:

Vaginite batterica: odore di pesce, cattivi odori, perdite vaginali chiare, bianche con un aumento dopo i rapporti sessuali, dolori pelvici.

Vulvovaginite da Candida: nessun odore, perdite vaginali bianche, dense, appiccicose e bruciore vulvare.

Trichomonas vaginalis: perdite vaginali verdi o gialle, schiumose, odori sgradevoli, dolorabilità durante i rapporti sessuali.

Altre cause del bruciore intimo

Abbiamo visto che il bruciore intimo è la prima manifestazione sintomatica delle vaginosi, tuttavia il bruciore intimo può avere altre origini, tra cui:

  • malattie sessualmente trasmesse (STD): clamidia, herpes genitale, verruche genitali e gonorrea.
  • Menopausa. Il calo della produzione di estrogeni che si verifica alla fine degli anni riproduttivi di una donna può causare l’assottigliamento e la secchezza delle pareti vaginali. Questo può portare a prurito e irritazione.
  • Irritanti chimici. Un certo numero di sostanze chimiche, tra cui creme, lavande, preservativi, schiume contraccettive, detersivi, saponi, carta igienica profumata e ammorbidenti possono irritare la vagina e la vulva.
  • Lichen scleroatrofico. Questa è una condizione rara che causa la formazione di sottili macchie bianche sulla pelle, soprattutto intorno alla vulva. Le macchie possono segnare permanentemente l’area vaginale. Le donne in postmenopausa hanno maggiori probabilità di sviluppare questa condizione.

Ci sono rimedi casalinghi per il prurito, il bruciore e l’irritazione vaginale?

Ecco alcuni consigli per prevenire e trattare il bruciore intimo a casa:

  • Evitare gli assorbenti profumati o la carta igienica, le creme, il bagno schiuma, gli spray intimi e le docce.
  • Usare acqua e un semplice sapone non profumato per pulire regolarmente i genitali esterni.
  • Non lavarsi più di una volta al giorno. Questo può aumentare la secchezza.
  • Pulirsi sempre da davanti a dietro dopo aver svuotato l’intestino.
  • Indossare mutandine di cotone (niente tessuti sintetici) e cambiare la biancheria intima ogni giorno.
  • Usare il preservativo durante i rapporti sessuali per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili.
  • Non grattarsi: si potrebbe irritare ulteriormente la zona.

Di celeste